Una bocciofila danzante

AIM Associazione Interessi Metropolitani • 28 novembre 2024
Varcare la soglia della bocciofila Martesana è come entrare in una macchina del tempo e ritrovarsi negli anni ‘50.
Oggi è un giovedì pomeriggio, sono le tre e le piste da bocce sono tutte coperte da un pavimento di linoleum per ospitare I molti ballerini, secondo me più di 50, che, guidati da un cantante e alcuni strumenti si dilettano in danze di vario tipo: una forma molto tranquilla di swing, balli linea, boogie woogie, tango, mazurche e ballo liscio in genere. Si capisce da queste danze che l’utenza è piuttosto âgée. Qui si balla diversi pomeriggi a settimana e poi il venerdì e il sabato sera. Ci si ritrova qui verso le 12 per consumare un pranzo piacevole e gustoso, incontrare gli amici e giocare a carte e anche a bocce.
Incontriamo il Signor Farina, un’istituzione qui. A casa è solo, quindi tutti i giorni arriva a mezzogiorno e si intrattiene con gli amici tutto il pomeriggio. “io sono uno dei sopravvissuti di Gorla” ci racconta. Facevo la quinta e alle 11 e 30 mi hanno fatto andare a casa da solo… anche lui ricorda bene quella mattina del 20 ottobre 1944…

La bocciofila Martesana nasce sulle macerie della seconda guerra mondiale. Era rimasto un grande piazzale proprio a ridosso del naviglio. Si decise di realizzare una bocciofila, vista la disponibilità di un ampio spazio piano; a quel tempo si giocava in diagonale, anche con curve e dossi. A me piaceva moltissimo – continua Farina -. Col passare del tempo si è preferito costruire campi in linea e dedicare spazio ad altre attività come la danza. Ci sono anche salette accessorie dove si gioca a carte si beve un caffè o si pranza. Al di fuori della struttura c’è anche un bel cortile dove d’estate si svolgono attività all’aperto.
Per individuare il signor Farina ho chiesto al barista, un ragazzo di origine marocchina che mi ha introdotto a tutti i suoi clienti abituali, che chiama per nome e di cui conosce perfettamente i gusti.
Giunta al suo tavolo mi sono resa conto che in quella stanza regnava un senso di comunità. Persone anziane che hanno la possibilità di passare i pomeriggi con degli amici, giocare a bocce o a carte e consumare pranzi genuini. Questo è esattamente l’opposto della solitudine; sapere che ogni giorno puoi ritrovarti in gruppo e svolgere le semplici attività quotidiane insieme a degli amici.
Saluto il signor Farina ed esco, ripassando dalla pista da ballo; il numero dei ballerini, se possibile, è ancora aumentato e i loro volteggi morbidi e tranquilli danno un senso di serenità e ricordano un tempo senza fretta. Qui vivere il qui e ora in cui si fa tanta fatica a fermarsi.

Queste danze sono l’elisir di lunga vita: una fisioterapia al quadrato. Aiutano le giunture, i polmoni, ma anche il cuore.


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Incontriamo Ketty Agnesani, che ci mostra la danza di un pennino, caricato con inchiostro e condotto dal suo polso sapiente, per dar vita a caratteri armoniosi ed equilibrati, carichi di significato. In un mondo che va di fretta e che ormai scrive a mano pochissimo, parlare di calligrafia sembra un argomento obsoleto. In realtà è un’arte fatta di concentrazione e consapevolezza e ha un valore ancora più importante proprio perché ormai tutti scriviamo praticamente ormai solo mediante una testiera. Un calligrafo deve investire moltissimo tempo e lavoro per coltivare le proprie qualità interiori e trasmetterle sotto forma di pennellate, il cui obiettivo non è raggiungere la perfezione della forma, ma piuttosto fissare un momento. Infatti la calligrafia determina il tono di voce delle parole scritte, accentuando il significato di quanto si sta scrivendo. “Mi piace pensare a ogni opera come un pezzo unico – ci racconta – che comunichi, con le imperfezioni e le particolarità di un prodotto fatto a mano, stati d’animo ed emozioni. Ciascun cliente (aziende, privati, famiglie) usa le mie competenze per raccontare qualcosa di sé. Al di là dell’armonia definita già nel nome (dal greco “kallos” e “graphe”, ovvero “bella scrittura”) cerco di capire le persone che vengono in bottega e tradurre in segni le loro emozioni. Per esempio, ogni albero genealogico che creiamo è originale nella sua impostazione, nello stile e nella grafica, pensato e realizzato esclusivamente per la famiglia che lo ha commissionato. Ketty Agnesani è emiliana di nascita, ma milanese di adozione. Dopo 20 anni nel mondo della comunicazione, ha deciso di dedicarsi alla sua passione in modo professionale. Apre la bottega nel 2007 lungo il naviglio Martesana, in un ex convento del 1600; un luogo dove il tempo sembra essersi fermato, non passano le macchine e si sentono i passi dei pedoni o le pedalate delle bici. 
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