Wild Art Project: l'arte con finalità terapeutiche

AIM Associazione Interessi Metropolitani • 10 febbraio 2025

In via Davanzati 51, a Dergano, un luogo in cui si convivono opere e sperimentazioni, laboratori, mostre ed eventi

Incontriamo Samantha e Olga, anime di questo spazio, accomunate dalla convinzione condivisa di considerare l'arte come un'espressione capace di unire attraverso le differenze.

Potete descriverci una breve sintesi del vostro operato?

Wild Art Project è un collettivo artistico nato nel 2019 dall’incontro di Samantha Vichi e Olga Sperduti durante il corso di Laurea in Teoria e Pratica della Terapeutica Artistica presso l’Accademia di Belle Arti di Brera e che si avvale della collaborazione di vari professionisti (artisti, antropologi, sociologi etc etc) a seconda del progetto che si intende realizzare. Il primo intervento effettuato dalle artiste si è svolto in Grecia, presso il campo profughi di Salonicco e ha posto le basi e gli intenti del collettivo all’interno della dimensione dell’arte partecipata utilizzando le metodologie care alla Terapeutica Artistica. Le parole chiave di ogni opera, laboratorio e performance sono: coinvolgimento, coproduzione, partecipazione, sperimentazione, imprevisto come risorsa e analisi del contesto.Wild Art Studio lavora attivamente in Italia e all’Estero.


Perché siete a Dergano?

Eravamo a Dergano perchè ci è stata data la possibilità di prendere in affitto uno spazio già precedentemente utilizzato come studio artistico da un nostro amico. Era l’estate 2020 e tra le varie chiusure ci siamo impegnate per rimetterlo a posto facendolo diventare uno spazio fluido, dove poter organizzare laboratori, mostre ed incontri. Usiamo l’imperfetto in questo caso perchè al momento non risiediamo più a Milano ma occasionalmente abbiamo la possibilità di tornare nello studio di Via Bernardo Davanzati per effettuare le nostre ricerche e i nostri laboratori. Wild Art Studio rimarrà per sempre la nostra casa a Milano.

 

Che rapporto avete con il quartiere?

 Dergano si sta configurando sempre di più come quartiere artistico, forse in contrapposizione con l’ufficiale NoLo. Siamo state coinvolte nei vari anni ad alcune iniziative di quartiere come Dergano Milano, Via Dolce Via e B.A.D che ci hanno conosciuto grazie ad alcuni eventi che abbiamo tenuto in studio. Il quartiere risponde molto bene alle novità e abbiamo sempre avuto molte persone che entravano da noi per curiosare o informarsi sui vari progetti. In quanto collettivo basato sui principi dell’Arte Partecipata per noi è sempre stato fondamentale nutrire un buon rapporto con la popolazione locale cercando di essere presenti il più possibile durante le iniziative pubbliche.


Autore: AIM Associazione Interessi Metropolitani 20 gennaio 2025
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Autore: AIM Associazione Interessi Metropolitani 10 dicembre 2024
Incontriamo Ketty Agnesani, che ci mostra la danza di un pennino, caricato con inchiostro e condotto dal suo polso sapiente, per dar vita a caratteri armoniosi ed equilibrati, carichi di significato. In un mondo che va di fretta e che ormai scrive a mano pochissimo, parlare di calligrafia sembra un argomento obsoleto. In realtà è un’arte fatta di concentrazione e consapevolezza e ha un valore ancora più importante proprio perché ormai tutti scriviamo praticamente ormai solo mediante una testiera. Un calligrafo deve investire moltissimo tempo e lavoro per coltivare le proprie qualità interiori e trasmetterle sotto forma di pennellate, il cui obiettivo non è raggiungere la perfezione della forma, ma piuttosto fissare un momento. Infatti la calligrafia determina il tono di voce delle parole scritte, accentuando il significato di quanto si sta scrivendo. “Mi piace pensare a ogni opera come un pezzo unico – ci racconta – che comunichi, con le imperfezioni e le particolarità di un prodotto fatto a mano, stati d’animo ed emozioni. Ciascun cliente (aziende, privati, famiglie) usa le mie competenze per raccontare qualcosa di sé. Al di là dell’armonia definita già nel nome (dal greco “kallos” e “graphe”, ovvero “bella scrittura”) cerco di capire le persone che vengono in bottega e tradurre in segni le loro emozioni. Per esempio, ogni albero genealogico che creiamo è originale nella sua impostazione, nello stile e nella grafica, pensato e realizzato esclusivamente per la famiglia che lo ha commissionato. Ketty Agnesani è emiliana di nascita, ma milanese di adozione. Dopo 20 anni nel mondo della comunicazione, ha deciso di dedicarsi alla sua passione in modo professionale. Apre la bottega nel 2007 lungo il naviglio Martesana, in un ex convento del 1600; un luogo dove il tempo sembra essersi fermato, non passano le macchine e si sentono i passi dei pedoni o le pedalate delle bici. 
Autore: AIM Associazione Interessi Metropolitani 28 novembre 2024
Varcare la soglia della bocciofila Martesana è come entrare in una macchina del tempo e ritrovarsi negli anni ‘50. Oggi è un giovedì pomeriggio, sono le tre e le piste da bocce sono tutte coperte da un pavimento di linoleum per ospitare I molti ballerini, secondo me più di 50, che, guidati da un cantante e alcuni strumenti si dilettano in danze di vario tipo: una forma molto tranquilla di swing, balli linea, boogie woogie, tango, mazurche e ballo liscio in genere. Si capisce da queste danze che l’utenza è piuttosto âgée. Qui si balla diversi pomeriggi a settimana e poi il venerdì e il sabato sera. Ci si ritrova qui verso le 12 per consumare un pranzo piacevole e gustoso, incontrare gli amici e giocare a carte e anche a bocce. Incontriamo il Signor Farina, un’istituzione qui. A casa è solo, quindi tutti i giorni arriva a mezzogiorno e si intrattiene con gli amici tutto il pomeriggio. “io sono uno dei sopravvissuti di Gorla” ci racconta. Facevo la quinta e alle 11 e 30 mi hanno fatto andare a casa da solo… anche lui ricorda bene quella mattina del 20 ottobre 1944… La bocciofila Martesana nasce sulle macerie della seconda guerra mondiale. Era rimasto un grande piazzale proprio a ridosso del naviglio. Si decise di realizzare una bocciofila, vista la disponibilità di un ampio spazio piano; a quel tempo si giocava in diagonale, anche con curve e dossi. A me piaceva moltissimo – continua Farina -. Col passare del tempo si è preferito costruire campi in linea e dedicare spazio ad altre attività come la danza. Ci sono anche salette accessorie dove si gioca a carte si beve un caffè o si pranza. Al di fuori della struttura c’è anche un bel cortile dove d’estate si svolgono attività all’aperto.
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